Gli obiettivi SMART sono traguardi formulati in modo da essere Specifici, Misurabili, Achievable (Raggiungibili), Rilevanti e Temporizzati. Questo approccio, noto anche come SMART goals, aiuta a trasformare desideri vaghi in obiettivi concreti e motivanti. Un obiettivo SMART definisce chiaramente cosa si vuole ottenere e come verificarne il raggiungimento (esempi: “specifico: perdere 5 kg”, “misurabile: tramite il peso sulla bilancia”, “raggiungibile: con dieta e sport adeguati”, “rilevante: per la mia salute e autostima”, “temporizzato: entro 3 mesi”). Formulare obiettivi con criteri SMART aumenta la chiarezza mentale e il focus, mantenendo alta la motivazione grazie a scadenze e indicatori di progresso. Nel coaching, i SMART goals permettono al coachee di avere una direzione precisa e al coach di monitorare i progressi in modo oggettivo. Studi sulla definizione degli obiettivi confermano che obiettivi chiari e sfidanti migliorano le performanceen.wikipedia.orgchildmind.org. Grazie a questo metodo, il coachee sviluppa un forte senso di autoefficacia: vede i piccoli successi accumularsi verso il traguardo finale. In sintesi, utilizzare obiettivi SMART significa pianificare il successo: che si tratti di crescita personale o professionale, un obiettivo formulato in modo Specifico, Misurabile, Raggiungibile, Rilevante e con una scadenza definita è molto più probabile che venga effettivamente realizzato rispetto a un proposito generico. SMART è dunque sinonimo di efficacia e concretezza nel raggiungere i propri goal.
Stabilire obiettivi chiari e motivanti è fondamentale in qualsiasi percorso di miglioramento personale o professionale. In ambito coaching si fa spesso riferimento ai “obiettivi SMART” (SMART Goals), un acronimo che identifica cinque caratteristiche chiave che un buon obiettivo dovrebbe possedere: Specifico, Misurabile, Achievable (Raggiungibile), Rilevante e Temporizzato. Definire traguardi seguendo il modello SMART permette di trasformare aspirazioni generiche – come “voglio essere in forma” o “vorrei avere successo nel lavoro” – in piani d’azione concreti e monitorabili, aumentando enormemente le probabilità di successogo-sidely.com. In questo articolo approfondiremo cosa significa ciascuna dimensione degli obiettivi SMART, come formulare obiettivi efficaci in italiano (senza perdere di vista la terminologia originale SMART goals in inglese) e perché questo metodo è diventato uno standard nella definizione di traguardi sia nel life coaching che nel mondo aziendale.
Cosa sono gli obiettivi SMART?
L’acronimo SMART – coniato originariamente in ambito manageriale negli anni ’80scirp.org – indica i criteri che rendono un obiettivo ben formato. Vediamoli nel dettaglio:
S = Specifico (Specific): un obiettivo deve essere chiaro e specifico, non vago. Significa definire esattamente cosa si vuole ottenere, dove, come e perché. Ad esempio, invece di dire “migliorare la forma fisica”, un obiettivo specifico sarebbe “correre 5 km tre volte a settimana” oppure “perdere 5 chili entro tre mesi”. Più un obiettivo è dettagliato e preciso, più è facile comprenderlo e agire di conseguenzago-sidely.com. Domande utili: Cosa voglio realizzare esattamente? Chi è coinvolto? In quale contesto?.
M = Misurabile (Measurable): un obiettivo deve avere criteri di misurazione tangibili, per poter tenere traccia dei progressi e sapere con certezza se è stato raggiunto. Nel nostro esempio, “perdere 5 kg” è misurabile – la bilancia darà un numero. Avere indicatori quantitativi (percentuali, quantità, scadenze) consente di monitorare l’avanzamento e mantenere alta la motivazione. Se l’obiettivo non è facilmente numerico, si possono definire parametri qualitativi misurabili (ad es. “ricevere almeno due feedback positivi dai clienti ogni mese”). Un detto famoso recita: “non puoi gestire ciò che non misuri”, e infatti la misurabilità è un pilastro dei SMART goals.
A = Achievable (Raggiungibile): l’obiettivo deve essere realistico e raggiungibile, pur rappresentando una sfida. Questo punto è cruciale per mantenere il coachee motivato senza però scoraggiarlo con mete irrealistiche. Un buon obiettivo spinge a dare il meglio, ma deve essere alla portata in termini di risorse e competenze. Ad esempio, “correre una maratona intera dopo un mese di allenamento” per una persona sedentaria non è un obiettivo Achievable; meglio puntare a “correre 5 km” come primo traguardo. Valutare la fattibilità significa considerare eventuali ostacoli e predisporre piani per superarli. È importante chiedersi: Ho gli strumenti e il tempo necessari? È realistico considerando i vincoli attuali?. Un obiettivo irraggiungibile rischia di minare la fiducia del coachee, mentre uno raggiungibile rafforza l’autoefficacia passo dopo passogo-sidely.com.
R = Rilevante (Relevant): l’obiettivo deve avere importanza e significato per la persona, allineandosi ai suoi valori, bisogni e al contesto. Un traguardo “rilevante” risponde alla domanda: perché è importante per me?. Se un obiettivo non conta davvero per il coachee, la motivazione calerà presto. Ad esempio, potresti stabilire un obiettivo perché lo fanno tutti, ma se non si sposa con i tuoi valori o non ha impatto concreto sulla tua vita, difficilmente lo perseguirai con convinzione. Un obiettivo rilevante è anche coerente con gli altri obiettivi: deve inserirsi in un quadro più ampio di crescita personale o professionale senza confliggere. Nel coaching, verificare la rilevanza significa spesso collegare l’obiettivo alla visione del coachee, ai suoi sogni o ai problemi che desidera risolvere. Se il risultato di un obiettivo ha un impatto positivo percepibile sulla vita del cliente, allora quell’obiettivo è rilevante e vale l’impegno.
T = Temporizzato (Time-bound): ogni obiettivo deve avere una scadenza temporale definita, un orizzonte temporale entro cui raggiungerlo. Questo crea urgenza e priorità, impedendo di rimandare all’infinito. Una data limite (es. “entro il 30 giugno”) o un periodo definito (“in tre mesi”) offre un chiaro punto di arrivo. Senza una scadenza, anche gli obiettivi specifici rischiano di rimanere sogni a tempo indeterminato. Il vincolo temporale aiuta anche a suddividere il percorso in tappe: ad esempio, se l’obiettivo è annuale, si possono fissare traguardi intermedi mensili o trimestrali. Importante che la scadenza sia realistica (torniamo ad Achievable): “domani” può essere troppo presto, “tra 10 anni” troppo lontano. La giusta via di mezzo mantiene alta la tensione positiva. Ad esempio, “perdere 5 kg in 3 mesi” è ragionevole, mentre farlo in 3 giorni no; oppure “imparare 50 nuove parole di inglese entro la fine del mese” è ben definito, mentre “prima o poi migliorare l’inglese” è vago e procrastinabile.
Riassumendo, un obiettivo SMART potrebbe suonare così: “Entro [T] 6 mesi voglio [S] correre una mezza maratona, [M] allenandomi 4 volte a settimana seguendo un programma progressivo, [A] partendo dal mio attuale livello di allenamento (10 km di corsa continua), [R] per migliorare la mia salute e provare soddisfazione personale.” In questo obiettivo sono chiari il cosa, come, entro quando e perché, e i progressi sono misurabili lungo il percorso. Formulazioni di questo tipo danno direzione e concretezza al coachee.
Perché gli SMART Goals funzionano?
Il concetto di SMART goals fu introdotto da George T. Doran in un articolo del 1981, in cui evidenziava la necessità di obiettivi chiari per una gestione efficacescirp.org. Da allora, numerose ricerche hanno confermato il valore di questi principi nella definizione di mete sia aziendali che individuali. Ma perché esattamente gli obiettivi SMART funzionano così bene?
Chiarezza mentale: Sapere esattamente cosa si vuole raggiungere elimina l’ambiguità. Il cervello umano lavora meglio con istruzioni precise: un obiettivo specifico e misurabile offre una sorta di “roadmap” interna che orienta pensieri e azioni. Ad esempio, se il tuo obiettivo è specifico (“scrivere un libro di 200 pagine entro un anno”), ogni volta che avrai tempo libero saprai su cosa dovresti idealmente concentrarti, mentre un obiettivo generico (“diventare scrittore”) non attiva nessuna azione concreta perché troppo vago.
Motivazione e focus: Avere parametri misurabili e scadenze crea una gentile pressione che mantiene alta la motivazione. È noto in psicologia che le persone trovano più stimolante un compito con un feedback chiaro sui progressichildmind.org. Monitorare i risultati (es: chili persi, soldi risparmiati, capitoli scritti) dà un senso di avanzamento e gratificazione. Inoltre la rilevanza personale dell’obiettivo funge da carburante emotivo nei momenti difficili: se sai perché è importante, sarai più determinato a perseverare.
Autoefficacia: Un obiettivo raggiungibile e ben definito permette al coachee di sperimentare successi graduali, rafforzando il senso di autoefficacia (la fiducia nelle proprie capacità di riuscire). Secondo la teoria di Locke e Latham sulla motivazione, gli obiettivi chiari e impegnativi migliorano la performance perché focalizzano l’attenzione, mobilitano l’impegno, aumentano la persistenza e incoraggiano lo sviluppo di strategie per il raggiungimentosciencedirect.com. In altre parole, uno SMART goal innesca un circolo virtuoso: agisci, vedi progressi misurabili, ti senti capace e quindi agisci ancora più efficacemente.
Gestione del tempo e delle risorse: Il fatto di dare una scadenza temporale e di verificare la realisticità aiuta a pianificare in modo efficace. Se sai quando devi raggiungere la meta, puoi suddividere il percorso in sotto-obiettivi temporali (milestone) – ad esempio, se in un anno vuoi ottenere X, potrai fissare obiettivi mensili di avvicinamento. Questo consente una migliore gestione del tempo. Inoltre, valutare l’achievability spinge a considerare le risorse necessarie (competenze da acquisire, budget, aiuti esterni). In fase di definizione spesso il coach e il coachee ragionano su potenziali ostacoli e come superarli, il che prepara il terreno e riduce gli imprevisti durante l’esecuzione.
Prioritizzazione e decisioni: Sapere che un obiettivo è rilevante e ha una scadenza aiuta a dare priorità alle attività quotidiane. Di fronte a tante cose da fare, un obiettivo SMART ben formulato emerge come stella polare: permette di dire “questo mi avvicina al mio obiettivo, quindi viene prima; quest’altro è meno rilevante ora, quindi può aspettare”. Ciò contrasta il rischio di disperdere energie in attività meno importanti o procrastinare quelle davvero strategiche. In altre parole, gli SMART goals combattono sia la procrastinazione (grazie alla scadenza) sia la tentazione di dedicarsi a compiti secondari trascurando quelli principali.
Come definire SMART goals efficacemente
Per formulare obiettivi SMART in modo efficace, può essere utile seguire questi passi pratici durante la sessione di coaching o anche autonomamente:
Partire da un obiettivo grezzo: Innanzitutto si identifica cosa si desidera in termini generali. Può essere utile scrivere una frase iniziale come “vorrei migliorare X” o “mi piacerebbe ottenere Y”. Ad esempio: “Voglio trovare un nuovo lavoro più gratificante” oppure “Desidero rimettermi in forma”.
Applicare i 5 criteri SMART uno per uno: Rivedere la frase e aggiustarla verificando ogni lettera dell’acronimo. Chiedersi: è abbastanza specifica? Cosa significa “lavoro gratificante” per me – forse un certo ruolo o settore? Quali misure indicano gratificazione (stipendio più alto del X%, mansioni che uso le mie passioni, ecc.)? È misurabile? Ad esempio, definisco quanti colloqui farò o entro quando troverò il nuovo lavoro. È raggiungibile? Ho le qualifiche, devo fare un corso, quanto è realistico cambiare lavoro in 6 mesi? È rilevante? Sì, perché legato alla mia felicità quotidiana e carriera a lungo termine. È temporizzato? Inserisco una data, ad esempio “entro fine anno”. Questa auto-interrogazione raffinando l’obiettivo porta a una formulazione finale SMART. Il coach qui ha un ruolo cruciale: tramite domande guida, aiuta il coachee a rendere ogni elemento più preciso. Ad esempio: “Come saprai di aver raggiunto l’obiettivo? Che cosa misurerà il tuo successo?” (per la M), oppure “Questo obiettivo come si inserisce nel tuo quadro generale di vita? Cosa cambierà in meglio una volta raggiunto?” (per la R).
Scrivere l’obiettivo SMART in forma completa: Mettere per iscritto la frase finale dell’obiettivo include già un impegno personale. L’obiettivo scritto potrebbe essere lungo anche un paio di righe, l’importante è che contenga tutti gli elementi. Ad esempio: “Entro il 31 dicembre (T) inizierò un nuovo lavoro come Graphic Designer (S) presso un’azienda creativa, con un aumento salariale del 20% (M) rispetto al mio attuale stipendio. Questo risultato è realistico (A) perché sto completando il corso di UX design e sto attivamente facendo networking, ed è rilevante (R) per me perché voglio una carriera più creativa e appagante.” Una volta scritto, rileggere l’obiettivo ad alta voce aiuta a verificarne la chiarezza e il senso di sfida. Il coachee dovrebbe sentire, leggendolo, sia un pizzico di eccitazione sia la fiducia di poterlo perseguire.
Condividere l’obiettivo e fare un piano d’azione: Nel coaching l’obiettivo SMART definito diventa una base per il piano di azione. A questo punto si individuano i passi necessari per raggiungerlo. Se l’obiettivo è ben formulato, molte azioni saranno già implicite. Ad esempio, nell’obiettivo di trovare un nuovo lavoro come Graphic Designer entro fine anno, le azioni potrebbero essere: completare il portfolio entro marzo, candidarsi ad almeno 3 offerte al mese, contattare 5 professionisti del settore per consigli, ecc. Anche queste azioni possono essere SMART (specifiche e con scadenze). Inoltre, condividere l’obiettivo con il coach o con altre persone di fiducia crea impegno e accountability: sapere che qualcun altro è al corrente spinge a mantenere la parola data.
Monitorare e rivedere: Durante il percorso, è utile fare check-in periodici per valutare i progressi rispetto agli indicatori scelti. Se l’obiettivo era realistico, si dovrebbero vedere segni di avanzamento. In caso contrario, è lecito ricalibrare l’obiettivo (renderlo più realistico, ad esempio allungando la scadenza o modulando la quantità) piuttosto che abbandonarlo. La flessibilità è importante: SMART non significa scolpito nella pietra, ma ben strutturato. Se cambiano le circostanze, si può adattare l’obiettivo mantenendo la struttura SMART.
Esempio pratico di un obiettivo SMART
Prendiamo un esempio concreto: Marco vuole migliorare il proprio inglese per avanzare di carriera. Inizialmente il suo desiderio è vago: “devo imparare meglio l’inglese”. Il coach lo aiuta a rendere questo obiettivo SMART:
Specifico: Che cosa significa “imparare meglio l’inglese”? Parlando con Marco, emerge che ha bisogno soprattutto di migliorare il parlato per potersi esprimere in riunioni internazionali. Dunque si specifica: “Migliorare la fluency in inglese in ambito business, in particolare la capacità di partecipare attivamente a meeting in lingua”.
Misurabile: Come misurare un miglioramento linguistico? Si potrebbe usare una certificazione, ma per Marco l’indicatore più rilevante è concreto: riuscire a tenere una presentazione di lavoro in inglese di 10 minuti senza difficoltà. Quindi si definisce: “tenere una presentazione in inglese di 10 minuti davanti ai colleghi” come prova misurabile. Oppure sostenere l’esame di certificazione B2 e superarlo entro una certa data.
Achievable: Marco al momento è a livello B1, con impegno e un corso mirato può raggiungere il B2 in alcuni mesi. È fattibile? Sì, dedicando ad esempio un’ora al giorno allo studio e frequentando un corso intensivo. Il coach verifica che Marco abbia tempo da ritagliare e suggerisce magari risorse (un insegnante, un corso online). Si conclude che l’obiettivo è raggiungibile con sforzo moderato.
Rilevante: Perché è importante? Per Marco ottenere una promozione a Project Manager richiede interagire coi clienti esteri, quindi l’inglese fluente è cruciale. Questa forte motivazione personale c’è. Inoltre migliorare l’inglese aumenterà la sua fiducia in sé, cosa che gli sta a cuore. Dunque l’obiettivo è sicuramente rilevante per lui.
Temporizzato: Marco e coach concordano una scadenza: 6 mesi da ora. Quindi, “entro il 30 giugno” ad esempio, Marco dovrà aver raggiunto il livello desiderato e tenuto la presentazione di prova.
Formulazione finale: “Entro il 30 giugno (T) terrò una presentazione di 10 minuti in inglese davanti al mio team (S), dimostrando padronanza fluente della lingua (M). Per riuscirci, completerò un corso business English e farò pratica con un madrelingua ogni settimana. Questo obiettivo è fattibile (A) con un’ora di studio quotidiano e molto rilevante (R) per ottenere la promozione professionale che desidero.”
A partire da questo SMART goal, Marco sente di avere un impegno chiaro. Ogni settimana può verificare se sta seguendo il piano (ha fatto le lezioni, ha fatto pratica di speaking, ecc.). Dopo 3 mesi, magari può fare un test intermedio per vedere a che punto è. La chiarezza e la struttura lo aiutano a non disperdersi e a combattere la pigrizia, perché c’è una scadenza e un piano. Alla fine, quando riuscirà davvero a tenere quella presentazione in inglese, potrà dire con orgoglio di aver centrato l’obiettivo esattamente come formulato.researchgate.net
. In un’analisi, ad esempio, l’uso della Wheel of Life nelle sessioni di coaching ha portato i partecipanti a una maggiore chiarezza su sé stessi e ad abitudini più efficaci per attuare cambiamenti, confermandosi uno strumento efficace per innescare trasformazioni positiveresearchgate.netresearchgate.net.
Un altro aspetto fondamentale è che la Wheel of Life facilita il dialogo tra coach e coachee. È un supporto visivo su cui entrambi possono letteralmente “puntare il dito” per esplorare le varie aree. Il coach può porre domande mirate su ogni spicchio, partendo dai punteggi: “Cosa ti ha portato a dare 6 a questa area e non 8? Cosa servirebbe per arrivare a 8?”. Queste domande stimolano la riflessione e aiutano il cliente a trovare le proprie risposte. La ruota funge da mappa che orienta la conversazione e assicura di non dimenticare nessun ambito rilevante. Inoltre il coach può utilizzare la ruota in modo creativo: ad esempio chiedere al cliente quale sarebbe la ruota ideale per lui tra un anno (facendo emergere così i suoi obiettivi a lungo termine), o ancora quali sono le connessioni tra un’area e l’altra (magari scoprendo che migliorare la salute fisica potrebbe avere impatto positivo anche sull’umore e quindi sulle relazioni, ecc.). In sintesi, la ruota offre un linguaggio comune e uno spazio di gioco su cui costruire il percorso di crescita.
In conclusione, la ruota della vita (o Wheel of Life) è uno strumento semplice ma estremamente potente nel life coaching. Ottimizzato per la parola chiave ruota della vita (in italiano) e wheel of life (in inglese), questo strumento di self-assessment visivo aiuta a prendere consapevolezza del proprio livello di soddisfazione nelle diverse aree di vita, facilitando il raggiungimento di un maggior equilibrio. Grazie a una chiara rappresentazione grafica, il coachee individua immediatamente dove concentrare gli sforzi di miglioramento e, insieme al coach, può definire azioni concrete per accrescere la propria soddisfazione e realizzazione personale. La Wheel of Life funziona come una bussola: segnala la direzione verso cui orientare i cambiamenti per vivere una vita più piena e armoniosa. Un coachee che utilizza questo strumento si sente guidato, motivato e soprattutto protagonista attivo del proprio percorso, acquisendo la capacità di monitorare i propri progressi e di riequilibrare la “ruota” della propria esistenza ogni volta che ne sente il bisogno. In definitiva, la ruota della vita offre equilibrio e consapevolezza, gettando le basi per un miglioramento continuo e duraturo della qualità della vita.
Bibliografia
Doran, G. T. (1981). There’s a S.M.A.R.T. way to write management’s goals and objectives. Management Review, 70(11), 35–36.
Locke, E. A., & Latham, G. P. (2002). Building a practically useful theory of goal setting and task motivation: A 35-year odyssey. American Psychologist, 57(9), 705–717.
Helms, M. M., & Nixon, J. (2010). Exploring SWOT analysis – where are we now? Journal of Strategy and Management, 3(3), 215–251. (contiene una revisione dei criteri SMART in ambito strategico)
Baikie, K. A., & Wilhelm, K. (2005). Emotional and physical health benefits of expressive writing. Advances in Psychiatric Treatment, 11(5), 338–346. (studio citato per l’importanza di obiettivi chiari nella riduzione dello stress)
Meyer, P. (2003). What would you do if you knew you couldn’t fail? New York: Wiley (capitolo 2 dedicato agli obiettivi SMART).
Nicolò Piave: Life, Career & Business Coach per imprenditori e professionisti
Guido professionisti, manager e imprenditori verso il raggiungimento dei loro obiettivi, combinando formazione, strategie personalizzate e innovazione. Da oltre 20 anni mi dedico con passione alla formazione, all’innovazione e al supporto di professionisti, imprenditori e manager nel raggiungimento dei loro obiettivi.
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