Quiet quitting e Job Crafting: un binomio possibile
Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha assistito a una serie di trasformazioni significative, sia a livello organizzativo che individuale. Tra le tendenze più discusse troviamo il quiet quitting e il job crafting, due fenomeni che, sebbene apparentemente contrapposti, possono rappresentare un binomio interessante per il futuro del lavoro. Questo articolo esplora come queste due pratiche possano coesistere e come il career coaching e il business coaching possano giocare un ruolo cruciale nel facilitare questa integrazione.
Origini e Diffusione del Quiet Quitting
Il termine quiet quitting è diventato virale nel 2022, soprattutto sui social media, dove è stato utilizzato per descrivere una pratica in cui i dipendenti decidono di limitare il proprio impegno lavorativo al minimo indispensabile, senza cercare di eccellere o di fare ore straordinarie. In altre parole, il quiet quitting non significa abbandonare il lavoro, ma piuttosto adottare un approccio più distaccato, concentrandosi esclusivamente sulle responsabilità contrattuali e rifiutando di andare oltre.
Questa tendenza è stata interpretata come una risposta al burnout, alla mancanza di riconoscimento e alla crescente pressione sul posto di lavoro. Tuttavia, il quiet quitting ha sollevato numerosi dibattiti: da un lato, è visto come un modo per proteggere il proprio benessere mentale e fisico; dall’altro, è criticato come un atteggiamento passivo che potrebbe limitare le opportunità di crescita professionale.
Job Crafting: Ridefinire il Proprio Ruolo
Mentre il quiet quitting è spesso associato a una riduzione dell’impegno, il job crafting rappresenta un approccio diametralmente opposto. Questo concetto, introdotto da Amy Wrzesniewski e Jane Dutton nel 2001, si riferisce alla capacità dei dipendenti di ridefinire e rimodellare attivamente il proprio lavoro per allinearlo meglio ai propri interessi, valori e punti di forza. In altre parole, il job crafting permette ai lavoratori di trasformare il proprio ruolo in qualcosa di più significativo e gratificante.
Il job crafting può assumere diverse forme:
Task crafting: modificare le attività quotidiane per renderle più interessanti o allineate alle proprie competenze.
Relational crafting: cambiare le interazioni con colleghi e clienti per creare relazioni più significative.
Cognitive crafting: riformulare il modo in cui si percepisce il proprio lavoro, attribuendogli un significato più profondo.
A differenza del quiet quitting, il job crafting richiede un impegno attivo e una volontà di migliorare la propria esperienza lavorativa. Tuttavia, entrambi i fenomeni condividono un obiettivo comune: migliorare il benessere e la soddisfazione sul lavoro.
Quiet Quitting e Job Crafting: Un Binomio Possibile?
A prima vista, quiet quitting e job crafting potrebbero sembrare incompatibili. Il primo implica un disimpegno, mentre il secondo richiede un coinvolgimento attivo. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che questi due approcci possono coesistere e persino complementarsi.
Ad esempio, un dipendente che pratica il quiet quitting potrebbe decidere di limitare il proprio impegno in attività che non ritiene significative, ma allo stesso tempo potrebbe impegnarsi attivamente nel job crafting per ridefinire altre parti del proprio ruolo. In questo modo, il quiet quitting non diventa un rifiuto totale del lavoro, ma piuttosto una selezione strategica di dove investire le proprie energie.
Inoltre, il job crafting può essere visto come una risposta costruttiva al quiet quitting. Se i dipendenti si sentono demotivati o insoddisfatti, invece di limitarsi a ridurre il proprio impegno, potrebbero utilizzare il job crafting per trasformare il proprio lavoro in qualcosa di più gratificante. Questo approccio non solo migliora il benessere individuale, ma può anche portare a una maggiore produttività e innovazione.
Il Ruolo del Career Coaching e del Business Coaching
Per facilitare l’integrazione tra quiet quitting e job crafting, il career coaching e il business coaching possono giocare un ruolo fondamentale. Queste due discipline offrono strumenti e strategie per aiutare i dipendenti e le organizzazioni a navigare le complessità del mondo del lavoro moderno.
Career Coaching: Supporto Individuale
Il career coaching si concentra sullo sviluppo professionale individuale. Un career coach può aiutare i dipendenti a identificare le proprie passioni, competenze e valori, e a utilizzare queste informazioni per ridefinire il proprio ruolo attraverso il job crafting. Allo stesso tempo, il career coaching può aiutare i dipendenti a stabilire confini sani, un aspetto chiave del quiet quitting.
Ad esempio, un career coach potrebbe lavorare con un dipendente per identificare quali attività sono più significative e quali possono essere ridimensionate. Questo approccio consente al dipendente di praticare il quiet quitting in modo strategico, senza compromettere la propria crescita professionale.
Business Coaching: Supporto Organizzativo
Dall’altra parte, il business coaching si concentra sul miglioramento delle prestazioni organizzative. Un business coach può aiutare i leader a comprendere le dinamiche del quiet quitting e del job crafting, e a creare un ambiente di lavoro che supporti entrambi.
Ad esempio, un business coach potrebbe lavorare con i manager per promuovere una cultura aziendale che valorizzi il benessere dei dipendenti e incoraggi il job crafting. Questo potrebbe includere la creazione di spazi per l’autonomia e l’innovazione, nonché la promozione di un equilibrio tra lavoro e vita privata.
Vantaggi del Binomio Quiet Quitting e Job Crafting
L’integrazione tra quiet quitting e job crafting offre numerosi vantaggi, sia per i dipendenti che per le organizzazioni. Ecco alcuni dei benefici più significativi:
Miglioramento del Benessere: Il quiet quitting permette ai dipendenti di proteggere il proprio benessere, mentre il job crafting offre un modo per trovare significato e soddisfazione nel lavoro. Insieme, questi approcci possono contribuire a un maggiore equilibrio e felicità.
Aumento della Produttività: Quando i dipendenti si sentono soddisfatti e motivati, sono più propensi a essere produttivi. Il job crafting può portare a una maggiore innovazione e creatività, mentre il quiet quitting può prevenire il burnout.
Ritenzione dei Talenti: Le organizzazioni che supportano sia il quiet quitting che il job crafting sono più probabili di trattenere i propri talenti. I dipendenti che si sentono supportati e valorizzati sono meno propensi a cercare opportunità altrove.
Flessibilità e Adattabilità: In un mondo del lavoro in continua evoluzione, la flessibilità è fondamentale. Il binomio quiet quitting e job crafting permette ai dipendenti e alle organizzazioni di adattarsi ai cambiamenti in modo più efficace.
L’integrazione tra quiet quitting e job crafting offre numerosi vantaggi, sia per i dipendenti che per le organizzazioni. Ecco alcuni dei benefici più significativi:
Miglioramento del Benessere: Il quiet quitting permette ai dipendenti di proteggere il proprio benessere, mentre il job crafting offre un modo per trovare significato e soddisfazione nel lavoro. Insieme, questi approcci possono contribuire a un maggiore equilibrio e felicità.
Aumento della Produttività: Quando i dipendenti si sentono soddisfatti e motivati, sono più propensi a essere produttivi. Il job crafting può portare a una maggiore innovazione e creatività, mentre il quiet quitting può prevenire il burnout.
Ritenzione dei Talenti: Le organizzazioni che supportano sia il quiet quitting che il job crafting sono più probabili di trattenere i propri talenti. I dipendenti che si sentono supportati e valorizzati sono meno propensi a cercare opportunità altrove.
Flessibilità e Adattabilità: In un mondo del lavoro in continua evoluzione, la flessibilità è fondamentale. Il binomio quiet quitting e job crafting permette ai dipendenti e alle organizzazioni di adattarsi ai cambiamenti in modo più efficace.
Conclusioni
Il quiet quitting e il job crafting rappresentano due facce della stessa medaglia: la ricerca di un equilibrio tra benessere e produttività nel mondo del lavoro moderno. Sebbene questi due approcci possano sembrare contrapposti, in realtà possono coesistere e complementarsi, offrendo numerosi vantaggi sia per i dipendenti che per le organizzazioni.
Il career coaching e il business coaching giocano un ruolo cruciale nel facilitare questa integrazione, offrendo strumenti e strategie per supportare i dipendenti e le organizzazioni nel loro percorso verso un lavoro più significativo e soddisfacente.
In un’epoca in cui il benessere dei dipendenti è sempre più riconosciuto come un fattore chiave per il successo organizzativo, il binomio quiet quitting e job crafting rappresenta una soluzione promettente per il futuro del lavoro.
Bibliografia (APA)
Wrzesniewski, A., & Dutton, J. E. (2001). Crafting a job: Revisioning employees as active crafters of their work. Academy of Management Review, 26(2), 179-201. https://doi.org/10.5465/amr.2001.4378011
Berg, J. M., Dutton, J. E., & Wrzesniewski, A. (2013). Job crafting and meaningful work. In Purpose and meaning in the workplace (pp. 81-104). American Psychological Association. https://doi.org/10.1037/14183-005
Grant, A. M. (2012). Giving time, time after time: Work design and sustained employee participation in corporate volunteering. Academy of Management Review, 37(4), 589-615. https://doi.org/10.5465/amr.2010.0280
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Il problema del “Quiet Quitting”
L’opportunità del task crafting
L’autore del blog
L’autore del blog, Career & Business Coach Nicolò A. Piave, Ph.D.